A partire dall’estate 2025, l’Europa ha fatto passi concreti per rendere obbligatori gli edifici a emissioni zero (Zero Emission Buildings, ZEmB). Nuove direttive, linee guida e roadmap stanno definendo standard più severi, tempistiche certe e misure per sostenere l’attuazione. In Italia, il settore edilizio è chiamato a cogliere queste novità: per proprietari, imprese e investitori è essenziale capire cosa cambia da qui al 2030-2050.
Cosa significa “Zero Emission Building” e le ultime normative UE
- Con la revisione della Direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD recast / EPBD IV, UE/2024/1275), è stato stabilito che tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno essere edifici a emissioni zero a partire dal 1° gennaio 2028 per quelli di proprietà pubblica, e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici.
- Lo ZEmB richiede che non ci siano emissioni di gas fossili “on-site” (cioè prodotte all’interno del perimetro dell’edificio) e che la quota residua di energia necessaria sia coperta da fonti rinnovabili locali o vicine, inclusi sistemi come teleriscaldamento/ teleraffrescamento efficienti, comunità energetiche.
Novità recenti (agosto-settembre 2025)
- L’UE ha pubblicato linee guida interpretative e documenti esplicativi per aiutare gli Stati membri a trasporre la direttiva EPBD IV nei rispettivi ordinamenti nazionali. Ci sono allegati e regolamenti specifici che dettagliano requisiti tecnici, limiti di emissione, metodologie di calcolo del ciclo di vita (LCA) degli edifici.
- In Italia, il rapporto “Energy Efficiency Report 2025” del Politecnico di Milano segnala che nonostante buoni progressi, gli investimenti nel comparto dell’efficienza energetica sono in calo rispetto alle necessità previste dalle politiche UE, creando un gap da colmare per raggiungere gli obiettivi ZEmB.
- Sono in corso le consultazioni nazionali collegate ai “National Building Renovation Plans” (NBRPs), che dovranno includere misure per trasformare il patrimonio edilizio esistente verso edifici altamente efficienti e a emissioni zero entro il 2050. Le consultazioni sono attive in vari Stati membri nel 2025.
Impatti attesi per il mercato italiano
- Scadenze normative: entro il 2028 (per gli edifici pubblici nuovi) e 2030 (per tutti i nuovi edifici) si dovranno rispettare gli standard ZEmB. Le imprese dovranno adeguare i progetti di costruzione in questa direzione.
- Costi vs benefici: gli investimenti iniziali possono essere elevati (materiali, progettazione, fonti rinnovabili, certificazioni), ma sono attesi risparmi energetici e riduzione delle emissioni, plusvalenza immobiliare in edifici efficienti, miglior comfort per abitanti.
- Ristrutturazioni profonde: il patrimonio edilizio esistente resterà il grande nodo. Per rispettare l’obiettivo 2050, sarà necessario promuovere interventi strutturali sull’involucro, impianti efficienti, installazione rinnovabile.
- Barriere e opportunità: barriere burocratiche, costi iniziali, disponibilità di competenze tecniche adeguate. Opportunità per imprese specializzate, startup green, filiere dei materiali sostenibili.
Come prepararsi fin da ora
- Verificare nei progetti edilizi futuri il rispetto dei requisiti minimi per ZEmB: struttura, isolamento, quantità minima di energia rinnovabile, carbon footprint totale.
- Monitorare le misure fiscali nazionali e regionali che incentivano l’efficienza energetica o la costruzione green.
- Collaborare con professionisti esperti in edilizia sostenibile e certificazioni ambientali.
- Adozione di tecnologie a basso impatto: pompe di calore, fonti rinnovabili onsite, sistemi intelligenti di gestione energetica, materiali con minime emissioni incorporate.
Conclusione
Le novità più recenti sull’edilizia a emissioni zero segnano un punto di svolta: la normativa UE è chiara, le tempistiche definite, ma il successo dipenderà dalla capacità dell’Italia di mobilitare risorse, competenze e incentivi per attuare i cambiamenti. Per chi opera nel settore edilizio, restare aggiornati e anticipare la transizione è non solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità concreta.
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